Politica: la riflessione del Presidente nazionale di Azione Cattolica ci interpella tutti
Riscoprire la partecipazione: politica, sindacato e cittadinanza attiva
di Gabriele Viviani - Presidente diocesano AC LuccaVorrei iniziare ringraziando Giuseppe Notarstefano per il suo articolo (per leggere l’articolo, clicca qui ) e per le riflessioni profonde che ha condiviso. Leggere le sue parole mi ha spinto a fermarmi e a guardare con maggiore attenzione a quello che sta accadendo nella nostra società, nella politica e nel mondo del lavoro. È un contributo prezioso che ci invita a riflettere sullo stato della partecipazione, sul silenzio crescente dei cittadini e sui rischi che questo comporta per la nostra democrazia.
Il clima del dibattito pubblico
Negli ultimi anni il dibattito pubblico è diventato sempre più polarizzato, permeato da rancore, ostilità e risentimento. La politica sembra parlare una lingua lontana, complicata, fatta di contrapposizioni e di slogan, mentre la vita reale delle persone resta ai margini. Questo allontanamento non riguarda solo i cittadini adulti: riguarda soprattutto i giovani.
I dati sulla partecipazione dei cittadini
I dati che il presidente nazionale AC Notarstefano cita sono chiari e preoccupanti. Oltre 15 milioni di italiani non si informano mai di politica. Molti lo fanno per disinteresse, ma una quota significativa lo fa per sfiducia, perché hanno la sensazione che la politica non ascolti, non risponda ai bisogni concreti, non sia vicina alla vita delle persone. I giovanissimi, tra i 14 e i 17 anni, si informano settimanalmente solo nel 16% dei casi, mentre il 60% non si interessa mai all’attualità politica. E tra i giovani adulti, metà evita completamente il dibattito pubblico.
Il valore del dialogo e del confronto
Io penso spesso ai miei ricordi di gioventù. Crescere in un contesto in cui discutere di politica, confrontarsi con gli amici e con la famiglia era normale, mi ha insegnato quanto queste conversazioni siano preziose. Parlare di politica non significa litigare o imporre la propria opinione: significa ascoltare, comprendere le ragioni degli altri, costruire un senso comune. Questo patrimonio di dialogo è fragile e va coltivato.
La partecipazione invisibile
Oggi la partecipazione non è solo meno visibile – come andare a un comizio o firmare una petizione – ma spesso è del tutto assente. In milioni di famiglie non si parla mai di politica: in sette milioni e mezzo di nuclei mancano informazione, confronto e discussione. Senza questo dialogo quotidiano, la democrazia rischia di ridursi a un rito vuoto, a un semplice atto di delega, che non aiuta a crescere come cittadini. Il silenzio e l’indifferenza diventano così terreno fertile per sfiducia, rabbia e, talvolta, per gesti estremi o violenti.
Politica e sindacato: la stessa crisi di fiducia
La sfiducia non riguarda solo la politica ma anche il sindacato, che ha perso molto del suo radicamento. Sempre più spesso le persone si sentono escluse dai processi decisionali, percependo un distacco tra strutture e vita reale. Così, luoghi che erano scuole di cittadinanza rischiano di diventare spazi amministrativi privi di passione.
Il contributo di Azione Cattolica: il Progetto Cittadinanza
In questo contesto, l’Azione Cattolica rilancia con forza il Progetto Cittadinanza (clicca qui per vedere il nostro articolo) avviato circa vent’anni fa dalla Delegazione Regionale e oggi riproposto in continuità con il Cammino Sinodale e con l’esperienza delle Settimane Sociali (l’ultima a Trieste).
È una proposta che vuole contrastare l’idea diffusa che “possono scegliere altri per noi”, stimolando invece le comunità a un impegno concreto nella costruzione del bene comune, attraverso una lettura congiunta del Magistero e della Costituzione italiana.
Formare coscienze critiche
Il progetto si pone un obiettivo chiaro: sviluppare un senso critico sulle questioni più urgenti – diritti e doveri, difesa della persona, equità, ambiente, pace – a partire dal vissuto delle comunità.
Papa Francesco ci aveva ricordato che la democrazia oggi è “infartuata”: ha bisogno di cure urgenti, di dialogo, di luoghi dove ritrovarsi e costruire insieme. È esattamente ciò che l’Azione Cattolica intende promuovere.
Conclusione: partecipare ogni giorno
Anche i gesti piccoli contano. Parlare in famiglia, confrontarsi con gli amici, interessarsi a ciò che accade nel proprio quartiere o nella propria comunità, partecipare attivamente a scelte collettive – tutto questo ha un enorme potere. La democrazia e la partecipazione non crescono solo con grandi discorsi o leggi, ma con il quotidiano, con il coinvolgimento personale, con il coraggio di esserci, anche quando è difficile.
Dobbiamo ricordarci ogni giorno che il bene comune non si costruisce da soli. La politica, il sindacato, le associazioni, le comunità: tutto prende vita dalla nostra partecipazione attiva, dalla nostra voce, dal nostro impegno. E solo così potremo sperare in un futuro più giusto, più umano, più vicino alle persone.