“Non solo parole: nasce la proposta del Ministero della Pace”

Costruttori di pace nel cuore delle guerre


Oggi, 6 agosto, ricordiamo Hiroshima e Nagasaki: due città spazzate via in pochi istanti, migliaia di innocenti sterminati, una ferita che ancora sanguina nella storia dell’umanità. Quelle bombe non furono solo strumenti di morte, ma il segno estremo di cosa accade quando l’odio, il potere e l’interesse economico prevalgono sulla dignità della vita. L’umanità rimane segnata da quel trauma, ma la storia continua a ripetersi, con conflitti che dilaniano il pianeta.

In questi giorni è stato trasmesso un documentario sulla bomba atomica sganciata su Hiroshima e Nagasaki e sui suoi effetti devastanti. Migliaia e migliaia di innocenti sono stati uccisi in un attimo. Eppure, ancora oggi, si parla dell’uso della bomba atomica. Le armi nucleari di oggi avrebbero una potenza distruttiva diecimila volte superiore a quelle del 1945. Eppure, l’interesse dell’umanità, soprattutto di chi governa e dovrebbe guidarci, resta egoistico, personale, economico. Non c’è più — o forse non c’è mai stato pienamente — il rispetto dell’altro.
Un sopravvissuto giapponese, intervistato anni dopo, ha ricevuto una domanda semplice e disarmante: «Qual è l’origine della pace?» La sua risposta è stata un dono per tutti noi:
«L’origine della pace è che ognuno abbia un cuore capace di comprendere il dolore dell’altro.»
Non esistono parole più vere, soprattutto pronunciate da chi ha conosciuto la tragedia sulla propria pelle. La pace non nasce nei palazzi del potere, ma nel cuore di ogni uomo e donna che sceglie di disarmarsi dentro.



Ucraina: una guerra che non si spegne

Da oltre tre anni, l’Ucraina resiste all’invasione russa, combattendo con coraggio per non perdere la propria identità e libertà. Le città come Kurakhove, nella regione di Donetsk, sono al fronte di scontri senza tregua: attacchi con droni, bombe guidate e assalti costanti, con la popolazione civile intrappolata in un conflitto totale . L’economia del paese è in bilico: la ricostruzione richiederà oltre 500 miliardi di dollari, con il deficit fiscale al 21% del PIL e il sostegno internazionale come unica ancora di salvezza . In parallelo, si tenta di stabilire un dialogo diplomatico: l’inviato USA ha incontrato Putin il 6 agosto, mentre l’Europa ribadisce che una pace duratura deve coinvolgere direttamente Kiev .


Medio Oriente: un conflitto che minaccia l’intera regione

L’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha provocato una crisi umanitaria devastante: oltre 60.000 vittime, crescente carestia e milioni di sfollati. Le esortazioni dell’ONU sono chiare: l’espansione militare in Gaza rischia conseguenze catastrofiche per la popolazione palestinese e i reclusi ancora in mano a Hamas . La decisione del governo Netanyahu di occupare completamente il territorio palestinese ha scatenato forti resistenze, anche interne, tra chi propende per una tregua e chi per perseguire l’azione militare .
Nel Libano meridionale, l’offensiva contro Hezbollah, iniziata nell’ottobre 2024, ha causato oltre un milione di sfollati e distrutto interi villaggi, mentre Hezbollah continua a rispondere con lancio di razzi dal Libano verso Israele . Parallelamente, l’escalation tra Iran e Israele si è trasformata nel 2025 in un vero scontro diretto: Israele ha bombardato siti militari e civili in Iran a giugno, provocando una risposta iraniana con oltre cento missili balistici diretti su Tel Aviv e Gerusalemme


Papa Leone XIV: parole che disarmano, gesti che costruiscono


Nel suo primo messaggio, Papa Leone XIV ci ha ricordato con forza:
«La pace sia con tutti voi! È la pace del Cristo risorto, una pace disarmata e disarmante, umile e perseverante. Non è semplice assenza di guerra: è un dono che chiede lavoro interiore, sradicare orgoglio e parole che feriscono, costruire ponti e non muri.»
E nel suo primo incontro con la stampa ha aggiunto un appello potente e concreto:
«Disarmiamo le parole e disarmeremo la Terra.»
Il Papa ha spiegato che la comunicazione deve essere libera da odio, fanatismo e pregiudizi: le parole possono e devono diventare ponti di pace, non armi che dividono.
E ancora:
«La pace non è semplice assenza di guerra. È un dono che chiede lavoro interiore: sradicare orgoglio, parole che feriscono, costruire ponti e non muri.»


Un Ministero della Pace: la proposta dell’Azione Cattolica Italiana

In questa prospettiva, l’Azione Cattolica Italiana avanza una proposta coraggiosa e concreta: costituire un Ministero della Pace.
Un ministero che non sia soltanto simbolico, ma una struttura politica e istituzionale dedicata alla promozione della pace, alla prevenzione dei conflitti e alla tutela dei diritti umani, sia a livello nazionale che internazionale.
La sua funzione sarebbe quella di:
Coordinare le politiche per la pace, l’educazione alla nonviolenza e al dialogo;
Sostenere iniziative di mediazione nei conflitti e programmi di riconciliazione;
Promuovere una cultura della pace, fin dalle scuole, formando cittadini consapevoli e responsabili.
In un’epoca in cui la guerra sembra inevitabile, questa proposta ci ricorda che la pace non è un’utopia, ma una scelta politica, sociale e culturale. È una via che va progettata, sostenuta e custodita.



Dalla commemorazione all’impegno

Ricordare Hiroshima e Nagasaki oggi significa impegnarsi per un futuro diverso, dove il saluto del Cristo — «La pace sia con voi» — diventi realtà nelle nostre comunità e nelle istituzioni.
Oggi ricordiamo Hiroshima e Nagasaki per trarre insegnamento, non per disperazione. Di fronte al sangue versato in Ucraina e al Medio Oriente, il Vangelo ci chiama:
«Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9).
Non siamo spettatori impotenti. Siamo chiamati a essere costruttori di pace, testimoni del Vangelo nei nostri cuori, nelle nostre comunità, nelle nostre scelte quotidiane.
Viva la Pace. Che ogni cuore diventi sorgente di pace, e che le nostre scelte, personali e politiche, la rendano possibile.

🔍 Lettura consigliata:
Serve un Ministero della Pace. Ora – Azione Cattolica